I nomi
Il mondo della poesia di Laura Pugno è allo stesso tempo contemporaneo e classico, fonde l’inquietudine con la gioia, il bianco con l’oro. In questo libro, la memoria e la perdita si riscoprono in possibilità di felicità, la poesia anche quando sembra parli di sé parla anche e sempre d’amore, e che sia poesia o amore è sempre un territorio oltre il conosciuto, un territorio selvaggio. Così, in questa intensa raccolta, la parola poetica si avvolge vertiginosamente intorno all’idea dell’amore, che ricorda l’urgenza di apprendere una volta e per sempre un linguaggio essenziale, che possa farci riflettere ed emozionare. Che possa insegnarci a sperare anche quando tutto sembra svanito, o perduto, e a ritrovare il nostro nome, anche il nome segreto, nel nome di un altro.
Una nuova e preziosa antologia della lirica provenzale, nella traduzione d'autrice di Laura Pugno.
Poesie di Guglielmo IX d'Aquitania, Jaufre Rudel, Marcabru, Bernart de Ventadorn, Giraut de Bornelh, Azalaïs de Porcairagues, Bertran de Born, Arnaut Daniel, Comtessa de Dia, Uc de Saint Circ, Uc de la Bacalaria, Guiraut Riquier.
Amore, io saprei tendere trappole
e prendere orso o leopardo,
fare arrendere una fortezza,
ma contro di voi non ho arte;
con voi non amo contendere,
perché più vi combatto
meno riesco a difendermi
e mille volte ne ho danno.
Di rose che si aprono nell'acqua
Idea Vilariño
Una poesia di vibrante sensualità commista a toni di dolente pessimismo, intima e notturna: sono questi i termini entro i quali si dispiega l’opera poetica di Idea Vilariño. Uruguaiana, fu parte integrante di quel gruppo di intellettuali denominato Generación del 45, assieme a Mario Benedetti, Ida Vitale e Juan Carlos Onetti, una delle principali esperienze letterarie novecentesche dell’America Latina. Molta della sua poesia ha come temi l’amore, la solitudine e soprattutto la morte, lucidamente contemplati a partire da una disincantata consapevolezza dell’insensatezza del vivere. “Non so cosa sia per me la poesia. È un modo di essere, del mio essere. Tutto il resto della mia vita è fatto di casualità. La poesia non è stata casuale. La mia poesia sono io.”
Premio Internazionale Franco Fortini 2021
noi, lì dove siamo
andremo sotto le porte, alle pareti
dove iniziano il bosco e il giardino
che sono lo stesso,
diremo la nostra parola
gli uni agli altri, e ognuno al suo tu -
a te per sempre
L'Alea
“Tu-io sei quella che rimane”, inizia così La mente paesaggio di Laura Pugno, pubblicato per la prima volta da Perrone nel 2010, e qui riproposto. Il libro di un’assenza, la linea d’ombra di tutte le vite, con l’io che affiora, una volta sola, in questa voce poetica che dice della natura della coscienza e dell’identità. Eppure, a dieci anni di distanza, cambia la parola fine, diventa “tu-isola coperta di bosco”. Ora l’assenza si diffonde e sfuma nella bellezza intorno. È la linea dorata, intrecciata a quella d’ombra, che traccia il secondo poemetto, L’alea, in cui la mente-paesaggio, la mente-corpo, si riunisce al mondo.
I legni
I legni di Laura Pugno colpiscono, ma recano in sé un talento nel non insidiare alcuna superficie: dall'aria alla condizione liquida, fino alla solidità dei corpi, i legni toccano non con il fare dell'impatto, ma con i significati dell'appartenere ad una famiglia di strumenti che origina suono. Trasformando la metafora in parola, l'opera di Pugno ha la grazia di un dire profondo eppure leggero, capace di mostrarsi denso eppure evanescente come la materia che lo costituisce.
Quarta di copertina
ogni giorno
vedi quanto è andato perduto, fai l’inventario
vorresti essere cuoio, che fossero cuoio
gli a te cari,
questa nuova,
nuova perfezione ti respinge
Ne I diecimila giorni, e-book per la collana Feltrinelli Zoom, Laura Pugno raccoglie 25 anni di attività poetica, dalle prime prove degli anni Novanta al poemetto inedito L'alea, in cui la parola si avventura verso i confini della nuova scienza del mondo e della compresenza, nel mondo, di corpo e mente.
finalista Premio Pagliarani
Con i suoi versi traslucidi Laura Pugno ha costruito negli anni un mondo compatto e coerente.
Neve che copre il mondo, pozze di ghiaccio, animali e alberi inselvatichiti, si forgiano nel pensiero e materializzano nel corpo, e il bianco è insieme natura e spazio da cui la parola scaturisce; la frontiera tra mente e corpo cade, la frattura si risana. Ed è proprio la coincidenza interna fra pensiero e corpo a fare di questa poesia una lingua incapace di mentire.
nottetempo 2016
Nácar
In Nácar , Laura Pugno traduce, anzi riscrive, la propria raccolta del 2010, La mente paesaggio, in spagnolo. In questo libro, che parla con voce limpida della perdita e del suo superamento, la poesia è la tua posizione sulla mappa: comunque tu vi sia arrivato, è lì che sei. Sai di esserci. Poi, il percorso che ti porta a quei luoghi può percorrere ellissi, allontanarsi e ritornare, come un’orbita di pianeta, o i movimenti dei nomadi. Allora la poesia è forse quel poco che, nello spogliarti di tutto, porti comunque sempre con te.
Finalista al Premio internazionale Ceppo Pistoia
“La mente paesaggio è un poema in cinque movimenti, cinque sequenze animate da un impulso compositivo unitario, di volta in volta rifratto in diversi scenari dove una perdita primaria è esplorata attraverso procedure simboliche di grande nitore e l’identificazione isomorfica con l’ambiente naturale: “porta forme di pane / accanto alla riva del fiume / cotto in cerchi, / non raffermo, spàrgilo – // corda sacra, / stringi / il torso fino a fare male // il corpo strofinato col sale / immerso nell’acqua.”
Renata Morresi
gilgames’ di Laura Pugno propone una condensazione liberissima e sintetica, in dodici brevi testi, del celebre poema sumerico del 3000 a.C, di cui si contano molte versioni in diverse lingue e una di queste in dodici tavole.
Come in ogni riscrittura, solo quanto viene davvero decifrato può essere riscritto, ed è la scoperta della mortalità.
I nuovi Poeti italiani 6
Le donne nella poesia italiana contemporanea sono una presenza molto forte: dietro quella decina di autrici che tutti conoscono e molti amano c'è una ricchezza di voci emergenti di grande interesse e di sicuro valore. Questa antologia ne raccoglie dodici con la duplice intenzione: di farle leggere o rileggere a un giro di lettori abbastanza ampio e di confrontarle fra loro «a distanza ravvicinata», per vedere ciò che le unisce al di là dell'ineccepibile originalità delle singole scritture.
Poeti degli Anni Zero
Gli esordienti del primo decennio a cura di Vincenzo Ostuni
Tredici poeti italiani nati fra il 1964 e il 1978, tredici voci innovative, che sfidano le diffuse tentazioni di epigonismo lirico e reinterpretano la felice vocazione alla ricerca espressiva del Novecento italiano e internazionale.
Decimo quaderno italiano a cura di Franco Buffoni
Sette giovani autori di poesia italiana contemporanea - Corrado Benigni, Andrea Breda Minello, Francesca Matteoni, Luigi Nacci, Gilda Policastro, Laura Pugno, Italo Testa - ciascuno presente con una raccolta autonoma preceduta da esauriente introduzione critica. Sette piccoli libri di poesia racchiusi in un unico volume a illustrare le nuove scuole o tendenze della giovane poesia italiana.
Renata Morresi